Ecco, sono qui assorto in un angolo della nave, in viaggio per una terra antica.
Il mio sguardo si perde su ciò che di oltre possa palesarsi.
Trovo gente in viaggio, ognuno con la propria storia e le proprie origini biologiche.
Mi chiedo “saranno costoro consapevoli?”
Ma consapevoli di cosa?

Che esiste un oltre.

E che tutto coesiste, anche l’ombra e la luce, consapevoli di poter essere liberi di scegliere di vivere nell’amore e di abitarlo, liberi di esistere.

E’ così preziosa ed entusiasmante la vita, questo la nostra Anima lo sa già, eppure ogni tanto vivo l’opposto.
A volte mi sento stanco, triste, così solo. Sento di non appartenere a questo mondo, sento inquietudine.
Altre volte invece provo tutta la bellezza, la gioia, le opportunità che la vita offre.

Sento appunto come fossi a metà, come in un duale, un opposto che unisce e poi separa e viceversa.

Sono così attratto dall’oltre che non posso arrestare il mio viaggiare, sono così attratto dallo stare che non posso interrompere il mio vivere.
Che cosa allora posso fare in questo mio ondeggiare e fluttuare da un polo all’altro?
Semplice.
Continuare a navigare…
Navigare come questa nave, dove ora poggiano i miei piedi.
Le onde la fanno dondolare e fluttuare, ma in lei è salda e dritta la meta, così che le stesse onde, anziché renderla instabile, le donano la possibilità di navigare, solcandole, rimanendo nel punto mediano in cui i due mondi si incontrano, quello dell’Aria e quello dell’Acqua.
Ed è proprio con questa capacità di essere tra queste due dimensioni, che la nave può continuare a navigare per giungere alla meta.
Viaggiare in una soglia in cui non le è chiesto di andare oltre o rimanere, ma navigare sulla quella stessa linea, di separazione e unione, che si trova tra i due mondi.
La sfida non è di scegliere se andare oltre o rimanere, ma proprio quella di stare, sospesa, tra queste due dimensioni.
Forse è proprio questa la vita.
Stare tra…
Quindi non troppo su e ne troppo giù, ma appunto solcare l’onda, creando la possibilità che i due mondi si incontrino, così da generare uno spazio, un momento preciso, in cui avvenga una fusione tra loro.
Ed è questa per noi una grandissima opportunità!
Forse uno dei più grandi doni, quello di creare le occasioni affinché due dimensioni si incontrino.
Che sia il mondo visibile e quello invisibile, il reale con il non reale, che sia quello dei morti e dei vivi, quello dell’Anima e del Corpo ed altro ancora…
Allora essere e stare nel punto preciso in cui il duale si incontra o si separa con l’altra metà, in cui gli opposti si incontrano o si separano, diventa la più grande occasione per sentirsi completi, integri, totali, separati e uniti allo stesso tempo, in cui tutto coesiste.
Come il momento preciso del tramonto e dell’alba, in cui il giorno si incontra con la notte e viceversa, dove entrambe le dimensioni si fondono l’una con l’altra. Dove nello stesso istante è possibile gustarsi sia le frequenze del giorno che quelle della notte.
Così è possibile accorgersi che tutto è meravigliosamente perfetto.
Noi stando nel centro, né troppo da una parte, né troppo dall’altra, diamo l’opportunità che due mondi non si uniscano troppo, né si separino troppo, ma restino collegati fra loro, in modo tale che si crei quello spazio e quelle condizioni uniche in cui è possibile che si manifesti un contatto, una fusione.
Il tutto, un incontro, come fossimo quella parte dell’anello mancante, mediatori di dimensioni, ovvero il mezzo attraverso cui si può creare connessione, quel filo conduttore che dà l’opportunità a due mondi di comunicare tra loro.
E questo è bellissimo, sacro e infinito.
Allora cosa significa essere liberi?
Liberi da cosa se tutto coesiste? Se la paura ha bisogno del coraggio, se l’invisibile ha bisogno del visibile, se ogni parte è collegata al suo opposto.
Da che cosa dobbiamo essere liberi?
Forse l’unica vera libertà che ci serve è quella di darci la possibilità di essere consapevoli.
Prendere coscienza e certezza di stare tra due mondi, in contatto con il proprio cuore che è il centro di ognuno di noi.
La libertà di riconoscere e accogliere che siamo esseri separati e uniti allo stesso tempo.
E questo genera una forza che sprigiona e libera Amore…

Stefano Artenzioli
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